Le società multinazionali stanno diventando sempre più potenti, molto spesso più potenti degli stessi stati. Condizionano la vita di intere popolazioni, in particolare nei paesi più poveri: milioni di persone che vivono nella povertà nonostante il fatto che il sottosuolo del loro paese racchiuda immense ricchezze naturali. I benefici enormi che risultano da queste sostanze preziose non vanno a vantaggio della popolazione locale ma a società e azionisti nei paesi più ricchi.
La Svizzera ospita un numero impressionante di sedi di società multinazionali, certamente una delle più alte concentrazioni al mondo. Le società con sede in Svizzera, i loro dirigenti e i rispettivi consigli di amministrazione non rispondono delle azioni commesse nei paesi dove operano, prevalentemente nel terzo mondo.
L’11 marzo 1015 il Consiglio nazionale era invitato a pronunciarsi sul progetto di una mozione della sua Commissione di politica estera che invitava ill Consiglio federale ad effettuare uno studio di diritto comparato sul tema e di proporre un disegno di legge che imponesse alle aziende un obbligo di diligenza per le aziende che operano all’estero in materia di diritti dell’uomo e di protezione dell’ambiente. Il Consiglio federale, spirito da Schneider-Amman, si opponeva alla mozione. Il voto ha dato luogo ad una scena grottesca. La mozione è stata accettata con un voto di maggioranza. La lobby economica, molto presente nei locali a ridosso del plenum, è riuscita a convincere deputati a richiedere una nuova votazione. Questa ha avuto luogo in serata, quando diversi deputati romandi avevano lasciato Berna per un impegno a Ginevra. La mozione è stata respinta. Vedi l’iter di questa vicenda nella seguente scheda.
Da notare che tutti i deputati ticinesi hanno votato contro la mozione (Giovanni Merlini nella prima votazione aveva tuttavia votato in favore; ma poi ha cambiato idea …).
Ciò ha indotto una coalizione di ottanta ONG a lanciare un’iniziativa popolare con successo per la raccolta delle firme.
Testo dell’iniziativa, comunicati stampa e molte altre informazioni tenute a giorno, vedi il sito del Comitato d’iniziativa.
Vedi anche:
– “In Name der Glaubwürdigkeit “ (con Chantal Peyer), in : Unternehmer Zeitung ottobre 2014
– mia intervista al giornale WORK del 21 novembre 2015
– “Konzernverantwortungsinitiative: Eine Chance für die Schweiz” (con Rahel Ruch), in: Plädoyer, 2017, n 5, p.12
– Altri articoli